Il Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie (FaBiT) fa parte – insieme al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali (DiCAM) (Prof. Cristiana Boi) e al Dipartimento di Medicina e Chirurgia (DiMeC) (Prof. Francesco Saverio Violante) – della task force universitaria coinvolta nelle analisi di verifica e certificazione di mascherine chirurgiche di nuova fabbricazione. L’emergenza Covid ha infatti spinto molte imprese a riconvertire la propria attività produttiva per far fronte alla maggiore richiesta di ausili di protezione, i quali devono soddisfare precisi requisiti tecnici per poter essere immessi sul mercato. Sulla base degli standard europei EN14683 e ISO10993 e dall’Istituto Superiore della Sanità (art. 34, comma 3, DL n. 9/2020), questi requisiti comprendono test di carattere chimico-fisico (quali la resistenza agli schizzi liquidi e la traspirabilità) e microbiologico (efficienza di filtrazione batterica e carica microbica totale).
Il gruppo di lavoro che si occupa della validazione microbiologica è coordinato dalla Dott.ssa Martina Cappelletti (RTD B nel Laboratorio di Microbiologia Molecolare e Applicata del FaBiT) ed è composto dal Dott. Daniele Ghezzi, dalla Dott.ssa Francesca Borsetti, oltre che da studenti volontari e neolaureati dei Corsi di Laurea in Biologia Molecolare e Cellulare e Biotecnologie Molecolari e Industriali (UNIBO). I test sono effettuati presso una sala operatoria messa a disposizione dal Sant’Orsola-Malpighi nell’ambito del piano di emergenza-Covid, prontamente trasformata in un laboratorio microbiologico dal gruppo di lavoro stesso.
L’efficienza di filtrazione batterica (bacterial filtration efficiency, BFE) e la carica microbica totale (microbial cleanliness o bioburden) sono parametri fondamentali per definire l’efficacia e la sicurezza di una mascherina chirurgica, il cui scopo è di limitare la trasmissione di agenti infettivi veicolati dai droplets emessi durante la respirazione.
Il team universitario multidisciplinare sta lavorando senza sosta da settimane per far fronte alle richieste di validazione dei dispositivi medici da parte di ditte sparse su tutto il territorio nazionale. Circa un centinaio di aziende hanno già fatto pervenire i potenziali dispositivi al laboratorio universitario e alcune di esse propongono più di una tipologia di prodotto.
Le mascherine chirurgiche sono dispositivi medici che possono avere un ruolo fondamentale nel limitare la diffusione del virus Sars-CoV2 da individui potenzialmente infetti e nel contenere la contaminazione ambientale. La loro richiesta a livello nazionale e globale sarà destinata ad aumentare ulteriormente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, quando la situazione epidemica consentirà un graduale ritorno alla normalità. Fino a quando non saranno disponibili un vaccino ed efficaci misure terapeutiche contro il Sars-CoV2, il distanziamento sociale, i dispositivi di protezione individuali e le mascherine chirurgiche, rimangono infatti gli unici strumenti possibili per evitare nuovi picchi di contagio.